Il termine crisi deriva dal greco krisis che assume il significato di separazione, scelta, giudizio, decisione. Questo concetto, in una prospettiva storica, individua le trasformazioni che "accadono" nel mondo.
L'equilibrio esistente si rompe per lasciare posto ad una nuova realtà che a sua volta non è assoluta ma continua ad essere suscettibile di cambiamenti sempre nuovi.
La crisi può essere letta, dunque, come una tappa obbligata del processo evolutivo, come la rottura dell'equilibrio all'interno di un sistema in grado di minacciarne la sopravvivenza stessa. Ho dato questa lettura del termine crisi perchè trovo che proprio dalla rottura di un equilibrio statico nasce quella possibilità di scelta e quindi di decisione che superando la crisi porta alla modernità.
Dunque l'ambiente apprende dalla crisi, sostituendo ciò che non è più funzionale al suo progresso con ciò che, proprio a causa del cambiamento, lo è diventato.
Nell'era informatica, allora, la rottura dell'equilibrio interessa soprattutto il piano della comunicazione, che è rivoluzionato a livello strutturale dall'accesso incondizionato, e spesso indifferenziato, ad un numero sempre crescente di informazioni.
Il valore che a queste ultime si attribuisce è completamente differente dal passato.
Di pari passo l'architettura, seguendo le fasi di questa evoluzione, è passata dal riferirsi al solo valore funzionale dell'edificio, ad un rinnovato interesse per le potenzialità comunicative dell'architettura.
Su questa stessa via si trova un ulteriore spunto per sperimentare un linguaggio capace di fare in modo che "l'informazione diventi l'essenza stessa...dell'architettura".
lunedì 16 marzo 2009
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